La spocchia e qualcosa d’altro

Mi permetto di camminare così, con il ventre proteso (mi trovo a dover specificare: proteso, gonfio e tronfio, opulento, anche… proteso nel senso di ostentato eccesso di volume, a mo’ di donna cannone, insomma, ma molto meno simpatica… non scandalizzatevi per cortesia), il mento sollevato, roteando e giocando con il mio bastone da passeggio, che poi è anche il mio ombrello, quello che ogni tanto lascio cadere perchè qualche schiena si pieghi a raccoglierlo.
Mi aggiro spocchiosamente infastidita dal circodario umano e con una noncuranza che trovo assolutamente dovuta nei confronti di chiunque non mi somigli, ovvero di chiunque non equivalga a me stessa, mi atteggio, al massimo delle mie più regali possibilità.
Ma sì! Mi permetto di guardare dall’alto anche quelli che raggiungono altezze fisiche ben più ragguardevoli della mia, che non ci vuole nulla ad abbassare centimetri d’ossa con uno sguardo di sufficienza!
Ci so fare con gli sguardi; mi so sopraelevare al grado di stronzaggine più assoluta, all’occorrenza.
Odiosamente scruto, il nulla, negli antri delle anime vuote e timorose.
Mi permetto di intromettermi in discorsi che non mi competono, in contesti che mi sono del tutto indifferenti ed estranei; così, giusto per infastidire un po’ l’ambiente, per dar modo alle lingue di allenarsi in critiche che non smuovono alcun mio interesse, seppure parlano precisamente della sottoscritta e lo fanno con parole di fiele e veleno.
So godere sommamente delle antipatie che mi attiro; è la mia specialità aizzarmi le serpi contro e ne rido e le guardo dimenarsi, come vermi tagliati nel mezzo.
E nessuno comprende il perchè di tanto astio gratuito che mi si spande da ogni poro; il punto è, vedete, che io delle chiacchiere che smuovo volutamente, per creare scompensi e fomentare bollori in rioni incancreniti dalla noiosa, curata, delirante abitudinarietà perbenista, linda, tanto che la lavanda che spande nell’aria lascia un olezzo di falsa purezza, me ne fotto!
E me ne fotto allegramente di chiunque e di qualunque, questo ci terrei a dire!
Niente di peggio della falsa purezza per avere confronti peggiori di quello che ho quotidianamente con la mia personalissima immagine riflessa nelle vetrine ricolme di altri riflessi non miei!
Io sto nei paraggi, ovunque, con lo scopo di esserci nel mio immenso saper presenziare; mica per loro, mica per le loro insulse polemiche da topi squittenti!
Ma no! Lo faccio per dare un senso alla monotona lamentela che invade maldestramente i miei giorni e che da ogni chicchera di caffè svuotata al levare del sole, prende fiato, come si dissetasse dal vapore fetido degli animi più rancorosi che di primo mattino popolano le caffetterie.
Mi permetto di scazzarmi di vita, snobbando l’inevitabile come si fa con quelle voci sgradevoli che inquinano i discorsi, perchè l’unica voce degna, se non si fosse capito, beh… quella è la mia.

La spocchia e qualcosa d’altro

18 pensieri su “La spocchia e qualcosa d’altro

  1. gelsobianco ha detto:

    “snobbando l’inevitabile come si fa con quelle voci sgradevoli che inquinano i discorsi, perchè l’unica voce degna, se non si fosse capito, beh… quella è la mia. ”
    chiusa perfetta per questo scritto memorabile!
    🙂

  2. gelsobianco ha detto:

    bello il nuovo vestito del tuo blog!

    “Odiosamente scruto, il nulla, negli antri delle anime vuote e timorose.”
    decisamente sai scrivere pezzi che restano impressi in chi li legge!

    1. eh no!!! Ventre proteso proprio, tipo panzon!!! La schiena non può essere dritta, ma inarcata per via di un torace gonfio, anzi, ipertronfio che sbilancia il peso tutto in avanti, seppure il capoccione bilancia tenendo il mento sollevato!!

  3. Nulla d’incongruo. L’importante è conservare un coerente stileminimo, perché per fare Arte con la A maiuscola a volte bisogna saperla scrivere anche con la a minuscola.

    1. Credo che l’Arte non faccia caso alle maiuscole e alle minuscole, se non proprio per un mero senso estetico; ma noi sì, credo dovremmo farci caso, se non altro per non scordarci quanto rispetto Le dobbiamo.

          1. gelsobianco ha detto:

            …e così credono di essere loro artisti.
            L’Arte va rispettata.
            Bisogna cercare di “comprenderla”, di “sentirla”.

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