Sono salita su quell’albero e ti ho visto per come eri: piccolo! Eri un puntino indefinito e io stavo molto in alto, molto, molto in alto… e tu no. Tu eri piccolo e indefinito e stavi laggiù, in basso. Allora mi sono detta che bastava salire spesso lassù per vederti come in realtà sei e che per risolvermi i grovigli era sufficiente un po’ di ginnastica, con i ramponi ai piedi, i guanti alle mani e un po’ di viveri necessari per il tempo che avrei passato lassù a guardare in basso e lontano, oltre alla linea che si vede di solito quando nasce e muore il sole. E l’aria era fredda al punto giusto, lassù; gli odori acri delle resine erano gradevoli ed il legno mi si aggrappava alla pelle e io mi aggrappavo al legno e mi pareva che quasi quasi ero legno pure io, o lui pelle, la mia, non so. Fatto sta che mi sentivo l’odore del legno, nella testa e sulle mani. Passavano persone e passavano cani e a volte qualche gatto. Ho visto anche dei topi muoversi come insetti minuscoli, da lassù. E gli insetti c’erano, ma quelli veri, quelli che camminano km con le loro corte zampe per arrivare in un giorno lì dove io arrivai in mezz’ora, sudando e loro no, loro senza sudare. E anche gli uccelli erano tanti e nessuno di loro sudava, così mi pareva, però cantavano ed era bellissimo starli a sentire, starli a guardare. Erano molti ed erano diversi e non si curavano di me. Dondolavo con il vento ed il vento mi salutava muovendo i rami ad ogni passaggio; era forte nei pomeriggi e poi calava alla sera, quando mi consigliava di scendere accarezzandomi appena. E io avrei voluto rimanere, ma la notte, anche lei, arrivava piano e consigliava di scendere. Il vento e la notte vanno sempre ascoltati, e allora scesi. E quando si fece giorno tornai su e ti guardai ancora, piccolo, di nuovo. Eri un problema da nulla, in fin dei conti.
Sull’albero più alto
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no. Volevo dire qualcosa, ma non la dico.
Stattene su, più che puoi…
Ci sarebbe da dire, magari, che anche per chi sta giù, te, lassù, ti vedrà piccola piccola…
ma in fondo, che fa?
No?
Ma sai, a me che sto quassù, non è che mi freghi molto di che pensa quel puntino piccolo laggiù… a me interessa averlo ridimensionato, sai com’è.
sì, sì…certo. Certo.
No, volevo solo dire che Calvino fa venire ottime idee da mettere in pratica e che Germogliare nel suo blog le le fa ricordare. Grazie Calvino. Grazie Germogliare.
Vederlo piccolo piccolo per riuscire a vederlo nella sua vera veste? Umm penso di no, forse per riuscire a non esaltarlo troppo e renderlo più grande di quello che è realmente…
Però mi piace molto come ti sei sentita un tutt’uno con l’albero 🙂
Ciao, Pat
Anche a me è quella la parte che è piaciuta di più… poi anche il resto è stato utile. 🙂
Ben venga ciò che è utile!!
A volte si fanno cose un po’ pazze per motivi altrettanto pazzi; il bello è che facendole poi scopri sensazioni incredibili che altrimenti non avresti mai vissuto. L’importante è reagire… possibilmente senza farsi male.
Non farsi male è fondamentale, anche se non sempre possibile, a volte ci si ammacca!!
Oh sì, e ci si graffia anche e magari ci scappa pure qualche strappetto muscolare… ma questo non è farsi male, questo fa parte del gioco. Farsi male è cadere. 😀 Quello farebbe male. A quello bisogna fare attenzione e imparare ad aggrapparsi, sempre.
Verissimo, finché sono graffi e qualche strappo poi si recupera, ma se si cade… ahiooooo qui diventa molto più dura la faccenda!!
Meglio non sperimentare. 😛
Decisamente meglio 🙂
Beh…da lassù è proprio una bella vista, eh…ogni tanto è bene salire sopra un albero e vedere tutto da una diversa angolazione…
buona serata
.monti
Se tu fossi Monti davvero ti consiglierei di andare un po’ in “basso” e di renderti conto che significa provare a campare con una miseria di stipendio o addirittura senza e nel contempo pagare tutte le tasse che piovono da dove sta lui. Quello avrebbe gran bisogno di cambiare un po’ prospettive. Ma visto che trattasi di te ti dirò che sì, da lassù si gode davvero di un bella vista. Bellissima!
.monti??! ahah ahah fa il favore cancella…se puoi che rischio l’arresto o …il linciaggio… 😉
uh, ma no! Per così poco, poi… c’è chi ha fatto e fa di peggio, credimi. 🙂
La distanza tra noi e l’altro regala una grande visione della realtà. Specie quando riusciamo a stare in cima 😉
Precisamente! 😀
Vedi a volte basta poco, cambiare la prospettiva e l’angolatura di visuale e le cose (in senso lato) si ridimensionano.Epperò non è così facile sai, bisogna esercitarsi per farlo, ma forse tu ora lo sai ora. Io ci ho messo un po’ ma devo sempre tenermi in allenamento.
Ma da sopra all’albero deve essere proprio bello e magari ci potresti fare una casetta, di quelli con la scaletta e la finestrella fra i rami, come quelle per l’appostamento ai colombacci, che però siccome siamo ecologisti (vero?) gli si da un altra ragion d’essere, più utile e meno nociva e più ecologica. Senti un po’ dove sono andata a parare??? vedi che ispiri cara Stile?
Ciao Pan
Per andare sopra gli alberi ci vuole parecchio allenamento, perchè sembra facile me il rischio più grosso è quello di stancarsi talmente da non essere più in grado né di scendere, né di salire. Gran brutta situazione, specie se ti trovi a trenta metri da terra. Quindi l’allenamento è indispensabile, altrimenti nemmeno provarci, hai ragione. E no, niente casette suglia alberi, che loro sono belli così, senza zavorre artificiose che già infestano a sufficienza boschi e campagne. Bastano due assicelle messe di traverso sui rami e si sta comodissimi e ci si mimetizza meglio.
Lichenologia ?
Ci stavano i licheni, lassù. Ci sono sempre i licheni lassù. E si incontrano anche a salire, diversi, non sempre gli stessi. Molto belli.
E quando compare un ladro di prodotti altrui? Un plagiatore?
Il post ‘amare noi stessi’ di melodiestonate di ieri è stato copincollato di peso da qui
http://donneamoriealtriguai.blogspot.it/2010/12/amare-noi-stesse.html
senza nemmeno citare l’autrice vera. Un furto: se succedesse a voi non farebbe piacere.
Ma come avete creduto che quel post scritto con la punteggiatura corretta e la grammatica al posto giusto fosse della stessa persona che scrive post sgrammaticati e non sa nemmeno mettere le virgole???
Ma che siete tutte pecore che mettete ‘mi piace’ e commenti così acriticamente, con le fette di prosciutto sugli occhi e sul cervello?
Mia cara Grace, il web si basa anche sulla fiducia, come tutti i rapporti umani. Leggere qualcosa che ci piace e commentarlo per quello che ci sembra, non implica, a mio avviso, l’obbligo di fare anche un lavoro di indagine sulle origini di un pezzo. Personalmente confido nella buona fede delle persone, sempre. Sono pecora per questo? Forse e forse sono anche ingenua, ma che ci vogliamo fare? Per quel che mi riguarda il blog Donne, Amori e altri guai che citi potrebbe essere della stessa autrice di Melodiestonate per quanto ne so io e se così non è la cosa migliore sarebbe andare a chiedere direttamente a Melodiestonate che ne pensa. Ognuno risponde per se stesso. Non amo chi copiaincolla post altrui, perchè per una questione etica e di principio lo trovo un atto scorretto se l’autore non viene avvertito e non gli si fa esplicita richiesta. E’ una questione di buona educazione, di rispetto dell’altro al quale va riconosciuto il merito di aver detto, di aver creato, ma nulla più. Il web è un contesto libero e gestire con rispetto e correttezza le dinamiche che vi avvengono sta ai bloggher, che comunque (e se è come dici, tu in questo caso ne sei la prova) si sanno controllare benissimo a vicenda. Vorrei sentire il parere di Melodiestonate a tal proposito.Buona giornata.
Creare la giusta distanza, quel distacco che consente non solo di vedere con più chiarezza, ma anche di dare la giusta importanza a situazioni che altrimenti riuscirebbero a sopraffarci, è fondamentale nella vita… a quel punto non è più necessario nemmeno guardare in basso, in direzione del puntino… dall’albero più alto ci si gode soltanto il panorama e la sublime sensazione della propria immensità.
un saluto
E’ così, Maria; si smette di concentrarsi su un unico dettaglio e se ne osservano mille altri, rendendosi conto della magnificenza e della grandiosità di ciò che si riesce a vivere e nel contempo della propria cecità. E si comincia a vedere un po’ più lontano. Salire costa un bel po’ di fatica, è vero, ma ne vale sempre la pena. Sempre.
Il momento piu difficile e’decidersi a cambiare prospettiva, vincere pigrizia e consuetudine, poi, “saliti sull’albero” il resto viene da se’. Piaciuto lo “stileminimo” con cui racconti le cose, ml
Il momento difficile è quando sei sull’albero e non hai più le forze per scendere e nemmeno per salire. NOn è proprio vero che una volta saliti il resto viene da sè (ma se’ si scrive con l’accento o con l’apostrofo? O__o)
Tuttavia se non si sale non si può vedere che c’è oltre, in questo hai pienamente ragione. Non so se proprio è minimo lo stile, ma questo è (io sono stileminimo senza dubbio, invece; mi son battezzata da sola) e sono onorata dei tuoi complimenti.
Se’ vuole l’accento ma ti devi accontentare di quel che mi passa la tastiera 🙂
“Minimo” non ha per me un valore riduttivo, al contrario indica l’approccio piu’ (accento) alle cose. 🙂
sì, anche per me indica questo… e non solo questo. Indica anche attenzione, a ciò che è piccolo e semplice e spesso invisibile.
Credo che dovrei salire anche io su un albero moooolto alto… Il rischio che corro è quello di rimanerci a vita, come il Barone rampante…
Secondo me non sarebbe poi così male, Anfree… ci si abitua a tutto e a volte ci si abitua a qualche cosa che sulle prime sembra da pazzi, ma che poi si rivela pure essere il meglio per noi. Si sa mai…
Ricordo una frase di Radiofreccia… una tipa che si affacciava alla finestra e il protagonista che gli consigliava di starsene lassù….
Sì, ecco… a me non serve darmi questo tipo di consigli, che faccio davvero fatica a scendere… proprio non mi andrebbe.
Fantastico, quel tipo di panorama! Ti fa sentire quasi un dio… o Dio 😉
Sì, beh… io non ci credo tanto, a Dio… percui sarei poco credibile se mi sentissi tale…però è una buona sensazione, questo sì.