Cercava di svegliarsi da più di mezzo secolo, ormai; ci provava, ma s’assopiva al primo rancore portato dai ricordi e ricadeva poi nel buio di un sonno amaro.
Cercava di giustificarsi e rispondere con un filo di voce muta alle sassate che la coscienza le gettava addosso quando si perdeva nel silenzio di un respiro che sapeva di candela tiepida; arrivavano dirette e precise, colpendola alle tempie, in pieno petto, allo stomaco e spezzandole le ossa delle mani, una ad una.
Mani inutili che avevano stretto, avevano inferto e si erano ingrossate di calli e pensieri trattenuti, amore compresso, voce impugnata e gettata in fondo; e adesso le guardava, esposte al patetico tentativo di fare, al non poter più accogliere, stringere, strappare, graffiare… vuote, frantumate, decisamente poco utili.
Decisamente inutile, anche lei, adesso, a più di mezzo secolo dalla giovinezza, a un paio di passi da qualcosa che le somigliava molto più di ciò che l’aveva accompagnata fin lì, pensava; come se la Fine si fosse riversata in lei con ponderato anticipo, per rivelarsi nella Verità che si andava portando dentro fin dall’inizio.
Si sedeva sugli sgabelli di legno, quelli bassi che nelle case contadine si mettevano davanti agli usci nelle sere d’estate; si metteva lì ed aspettava, immobile come non aveva mai voluto essere.
Si sorprendeva a guardare la sera che regalava stelle una alla volta, piano, e poi a milioni, all’improvviso, osservandole con gli occhi posati vicino all’erba che si tingeva di blu, facendosi forte di quell’altezza da bambina, proteggendosi le ginocchia con le mani, le spalle con il buio, e poi il volto con le palpebre, chiuse.
E non si svegliava, non si svegliava più.
Bellissimo… Non l’ho letto, l’ho bevuto.
Grazie moltissime!
no,no, no…
non così…
No!
Dai…come ho detto io. Coì si fa. Dai….
IO e te sì… lei no! Lei dorme. Però è un esempio da non seguire! Bisogna scriverlo per ricordarselo, no?
oh yes!
Scriviamolo…Ricordiamo. Impariamo…
e poi…tutta vita!
Ok, me lo segno!
Io una volta ho dormito per vent’anni; poi mi sono svegliato per fare due passi e prendere un po’ d’aria fresca, ma il destino nuovamente mi ha ricacciato nel dormiveglia. Magari… alla fine… mi rimetto a dormire.
Magari, alla fine pure io, Guido. Ma se ho ancora tempo, preferirei rimandare.
Più di mezzo secolo e si ritorna bambina a contemplare il crepuscolo che dipinge una notte d’estate. Molto bella
Perfetta anche la tua sintesi. 🙂 Tu seio un ottimo recensore. Ottimo.
Piu’ delle parole e’ l’occhio con cui hai guardato questa persona che mi fa amare questo brano, ml
E’ un occhio che viene dal cuore mi sa (anche se forse non sembrerebbe), perchè è persona molto vicina.
detto così, mezzo secolo, pare immenso
visto da vicino, una ragazzetta
infatti… lo è. 🙂
davvero bello!!!!!
Grazie, Raimondo.
A volte dormire serve ma non deve diventare una scorciatoia per sfuggire alla realtà eh no no…
Ciao, serena notte
Pat
Pat, niente scorciatoie in questo caso; non son permesse e forse è un gran bene che sia così. Anzi, senza forse, a mio modo di vedere. 🙂
ecco qui, mezzo secolo esatto, certe volte si siede guardando la sera che invade la campagna, fa largo alla perfetta solitudine delle ombre. E non c’è altro, davvero.
…c’è poi la notte…
Capita. A volte uno è convinto di aver inserito la sveglia e invece…
😀 😀 😀
Qualcosa mi dice che hai sottovalutato il mio commento 🙂
Dici? Sì, adesso che mi ci fai pensare può darsi… scusami. E’ stata una reazione istintiva. 😛
Ah, se c’è di mezzo l’istinto allora non discuto.
Sì, non è che nella maggior parte dei casi subentra altro, qui. Quel che esce, esce. Di ragionato c’è ben poco. Ma suppongo sia abbastanza superfluo sottolinearlo, forse.
A volte si chiama istinto quello che suggeriscono le ispirazioni e non credo ci sia bisogno di sottolinearlo. Forse.
no, non c’è bisogno, forse.
Questa cosa che hai scritto è una meraviglia. Mi sembra che il suo non svegliarsi mi riposi mentre leggo.
E’ un mantra…
non lo so cos’è, ma è una meraviglia.
hai intenzione di confondermi? Ci stai riuscendo. 🙂
Sai che non mi sbilancio mai, e che sono pure un po’ stronzo. Se dico che è una meraviglia, è perché trovo che sia una meraviglia.
ok, allora ti dico che mi fa piacere che a te sembri una meraviglia! E lo prendo come un complimento da uno un po’ stronzo, ma che proprio per questo ogni tanto sa essere vero, quindi a maggior ragione apprezzabile quando fa degli apprezzamenti. (pure io sono un po’ stronza… ma questo lo sapevi già, forse)
” Il silenzio di un respiro che sapeva di candela tiepida ” mi fa molto riflettere.
Ho ancora molto da leggere….
Spero che leggendo qui non ti annoierai 🙂
Decisamente bello, asciutto, tuttavia leggero. Brava!
Grazie! Davvero!
avere il coraggio della propria debolezza…
ci vogliono tantissimi anni per diventare giovani…
verissimo, S., verissimo. E non sempre si può accumularne a sufficienza.
E’ un bene che questo brano resti li’ in alto, insostituito, insostituibile agli occhi. Ogni tanto passo e rileggo a scoprire nuova musica. ml
ti ringrazio Massimo. IN realtà questo brano non viene sostituito perchè il cervello sta bollendo a 38 gradi da un po’ di giorni. Le chiamano influenze di stagione; io li chiamo stati catatonici.
Non solo scrivi, ma crei musica…
Complimenti,
Andrea (eternamente tra sogno e veglia…)
Grazie, Andrea
Stileminimo (perennemente fra febbri e deliri)
Ciao Stile, ti ho nominata per il Beautiful blogger Award! Complimenti!
Pan
non so bene cosa sia, ma se mi nomini tu, io son felice. Sempre. E grazie.
e prego e mi fa piacere…Ah volevo dirti che il racconto è superbo, anche se te lo hanno già detto in tanti 😉
pensa che io nemmeno sapevo fosse un racconto. Grazie ancora. 🙂
forse non lo è, però è bello lo stesso
🙂
http://nientedipersonalesolosesso.wordpress.com
conoscerai già le regole immagino
no, ma mi sa che ci arriverò quando aprirò il link, giusto?
Qui non ci si annoia di certo!
Splendido post….
un caro saluto
.marta
Mille grazie, Marta. Bacio.